Stress
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, «lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste».
In un mondo del lavoro in cui viene richiesto un rendimento sempre più alto e in cui sono in gioco interessi economici importanti, capita che l’alcol venga usato come mezzo contro lo stress, come ansiolitico o antidepressivo. Nella società occidentale, il valore e l’identità dell’individuo sono costruiti sempre più intorno al suo ruolo professionale.
Di conseguenza, per alcune persone abituate a gestire lo stress in questo modo nella vita privata, tutte le fonti di pressione professionali (dissidi con i superiori, conflitti con i colleghi, mancanza di pause, riconoscimento insufficiente ecc.), così come la stanchezza, la noia o la ripetitività possono favorire il consumo di alcol al lavoro. Conseguenze di una cattiva gestione dello stress:
La definizione dello stress è spesso associata al concetto di rendimento. Eppure, lo stress esiste già da molto tempo. Da sempre gli esseri umani devono misurarsi con situazioni destabilizzanti. Anche i nostri avi dovevano confrontarsi con pericoli e responsabilità legati alla sopravvivenza della specie: il freddo, le malattie, la caccia…
Anche oggi, ci capitano molte situazioni in cui elementi imprevisti provocano stress, anche se le cause non sono più le stesse: nel nostro contesto attuale, non lottiamo più per sopravvivere, ma dobbiamo costantemente affermarci in qualità di lavoratori competenti ed efficaci in continua ricerca di riconoscimento.
Il legame fra questi fattori non è però evidente e non tutti lo vivono allo stesso modo. Per alcuni, lo stress è uno stimolo che migliora il rendimento. È uno stress benigno.
In questa ottica, c’è chi afferma che lo stress – allora spesso ridefinito come «sfida» o «motivazione» – è una condizione necessaria alla riuscita socio-professionale.
Per altri, invece, lo stress è un inibitore delle capacità, che impedisce di lavorare bene. Si tratta di uno stress maligno, contro il quale è necessario combattere se si vuole accedere a una vita di miglior qualità.
Lo stress sul lavoro è il prodotto di uno squilibrio tra le richieste e le pressioni esercitate su una persona e le capacità di cui essa dispone per farvi fronte. Sovente, si confondono pressione (che per alcuni può essere percepita come accettabile) e stress. La pressione sul lavoro è inevitabile e può addirittura fungere da pungolo per migliorare il rendimento con le risorse personali disponibili. Quando però la pressione si fa regolarmente acuta perché mancano i mezzi personali e organizzativi, essa conduce allo stress, che a sua volta può arrecare pregiudizio alla salute del lavoratore..
Secondo uno studio commissionato dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), circa un terzo (il 34,4 per cento) delle persone attive occupate in Svizzera si sente spesso o molto spesso sotto stress.1.
Secondo la stessa fonte, pressappoco un terzo (il 32 per cento) dei salariati partecipanti all’inchiesta ammette di aver assunto farmaci o altre sostanze negli ultimi dodici mesi per ragioni legate all’attività professionale (per lavorare nonostante dolori, per poter rilassarsi o addormentarsi). Tra le persone interpellate, il 4 per cento assume sostanze dopanti per migliorare le prestazioni.
Nelle società in cui i valori sono diventati di responsabilità e di iniziativa individuale e in cui le esigenze dell’autocontrollo e del rendimento sono sempre più incisive, il doping sul lavoro2 con stimolanti o calmanti ha spesso una funzione di automedicazione (resistere o rimediare) e di miglioramento delle capacità fisiche, intellettuali e cognitive. Conseguenze di una cattiva gestione dello stress:
- ansia caratterizzata da inquietudine e apprensioni permanenti
- depressione che può sfociare in una sindrome da burnout
- crisi d'ansia e di panico
- disturbi dell’adattamento o delle strategie di sopravvivenza
Se una piccola quantità di alcol è in grado di fornire sollievo a breve termine, essa non riesce però a ridurre le cause dello stress. Le ricerche dimostrano che a lungo andare, l’assorbimento di alcol aumenta il livello di ansia.
Se l’ansia persiste, il ricorso all’automedicazione può portare all’alcoldipendenza. Lo stress acuto o cronico può condurre alcune persone a scegliere di consumare sostanze psicotrope per gestire tensioni, situazioni spiacevoli o «impossibili».
1 SECO, «Lo stress tra la popolazione attiva in Svizzera», 2010
2 2 Dipendenze Svizzera, atti del congresso «Les conduites dopantes au travail. De l’automédication à l’augmentation», Losanna, 2010.